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Chip Tripath.
AGGIORNATO IL 15 NOVEMBRE, 2005.

Tra un'attimo vi racconterò della mia esperienza con i chip della Tripath. Ma prima di entrare nel vivo dell'argomento, da buon appassionato di cucina ho preparato una lista di ciò che vi può essere utile nel caso decidiate di assemblare uno dei Kit descritti. Considerando la complessità e l'elevata miniaturizzazione dei componenti è un lavoro che può risultare facile, difficile o anche impossibile, se non avete competenze e/o attrezzature adeguate. Dato che nessuno conosce meglio di voi le abilità che possedete, partirò dal presupposto che ci siano perlomeno le condizioni minime per arrivare in fondo con successo.

Si va a cominciare...!


Ingredienti:

  • Uno dei Kit esposti.
  • Saldatore a stagno con punte sottili, potenza minima di 30-35W (per l'Amp3) e di 50W (per L'Amp1/1B). Ancora meglio se disponete di una stazione saldante con temperatura regolabile.
  • Stagno in filo, sottile (consigliato da 0,5mm. di diametro, meglio se con percentuale di Argento).
  • Treccia dissaldante sottile (utile per la saldatura del TA2021B).
  • Tester/Multimetro, per eseguire misurazioni base.
  • Lente di ingrandimento frontale o illuminata da banco, da almeno 2-3 ingrandimenti (indispensabile).
  • Una pinzetta (utile per il posizionamento sulla scheda dei componenti SMD).
  • Pasti o spuntini leggeri per evitare di perdere la concentrazione, una bottiglia della vostra bevanda preferita. (Nel caso contenga alcool, ne basta decisamente meno!..:-)

Tempo necessario:

- Da alcune ore, per l'assemblaggio del Kit, a giorni, nel caso vogliate ottenere un amplificatore completo, sia dal punto di vista funzionale che estetico.

Difficoltà:

- Medio-Alta, a seconda del Kit scelto, per la difficoltà di effettuare saldature di componenti SMD, lunghi poco più di un paio di millimetri e del Chip TA2021B (vedi foto), il componente più delicato per la vicinanza dei numerosi pin di connessione.


Introduzione:

Come altri, ho conosciuto i Chip della Tripath a gennaio di quest'anno, leggendo un articolo apparso su TNT-Audio che descriveva un insolito amplificatore portatile di basso costo, grande qualità.
Sono trascorsi dieci mesi ma il successo del T-Amp della Sonic Impact Technologies non accenna a diminuire.
Sarà un caso? O dipenderà dal fatto che pur considerandone tutti i limiti, rimane un oggetto splendido?
Lucio Cadeddu per primo (Direttore di TNT-Audio) ritiene che questa "rivoluzione" sia solo all'inizio.

Per ciò che riguarda il T-Amp, la classe "T" e le sue peculiarità, vi rimando alla sezione "Descrizione e caratteristiche tecniche" contenuta nell'articolo originale di TNT-Audio. Potrei anche riassumerle con altre parole ma non direi niente di più di quanto detto da Lucio Cadeddu sull'argomento.
Se invece siete interessati ad upgrade più o meno complessi è sufficiente fare una ricerca in rete per trovare moltissime informazioni relative a modifiche circuitali o tese a renderne più versatile l'impiego. Aggiungo solo che nonostante le note limitazioni (solo un ingresso, necessità di un'alimentazione adeguata, bassa potenza)
lo considero uno strumento davvero ben suonante. Straordinario, se confrontato al prezzo di vendita.


I Chip Tripath più usati.

Nella tabella sono riportati i chip più noti reperibili in Kit. Per ulteriori informazioni vi raccomando la sezione "Tech Info" nel sito della Tripath, che contiene i datasheet di tutti i chip prodotti, delle eventuali rispettive "Evaluation Board" (schede di valutazione) e di tutte le note tecniche disponibili a riguardo.

CHIP
Kit, Device
POWER
Datasheet
TA2024B
T-Amp, Fenice 20
2x15W @ 4 ohm, 10% THD+N - 2x10W @ 8 ohm, 10% THD+N
TA2021B
41Hz. AMP3
2x25W @ 4 ohm, 10% THD+N - 2x14W @ 8 ohm, 10% THD+N
TA2020
41Hz. AMP5, Class T-Amp 2x20W @ 4 ohm, 5.0% THD+N - 2x13W @ 8 ohm, 10% THD+N
TA2022
41Hz. AMP1/1B
2x90W @ 4 ohm, 2x60W @ 8 ohm. (0,1% THD+N)


Fenice 20.

Poco tempo dopo il T-Amp ho acquistato un kit Italiano chiamato "Fenice 20" che fa uso dello stesso Chip, il TA2024.
Vi confesso che ad oggi non ho ancora avuto l'occasione di provarlo, quindi per il momento non mi è possibile esprimermi sulla sua bontà. Quello che posso dire è che si presenta con dimensioni quasi doppie rispetto allo stampato del "T", monta alcuni componenti di classe diversa e viene venduta già assemblata a circa 44-50 Euro.
Nonostante il TA2024 non richieda un dissipatore, sulla Fenice20 ho comunque installato un piccolo blocchetto di rame per ridurre la possibilità di surriscaldamenti, in particolare se impiegato al limite delle sue possibilità di erogazione in potenza.
(nella foto, la Fenice 20 a confronto con l'AMP3 di 41Hz.)
La scelta progettuale di dotarla della possibilità di saldare direttamente sulla scheda due potenziometri mono (uno per canale), mi ha lasciato un po' perplesso. Se vi viene in mente un buon motivo per farlo, vi prego di comunicarmelo.


Autocostruire "Class T-Amp", con TA2020.

Un'altro Kit da poco disponibile lo si deve ad AudioDigit, in collaborazione con Alessandro Coppi di Autocostruire. Il chip TA2020 è di poco più potente del TA2024, non distante dalle caratteristiche del TA2021B.
La scheda fa interamente uso di componenti tradizionali ed annovera delle particolari bobine avvolte in aria che dovrebbero migliorare il suono sopratutto in termini di pulizia. Il costo del Kit è di 80 euro. E' sicuramente un dispositivo interessante sia per soluzioni impiegate che per facilità di costruzione. Ad ora però, non ho ancora avuto modo di provarlo. Altro non posso dire.


I kit di 41Hz.

Le qualità soniche del T-Amp e del suo Chip (TA2024) ha stuzzicato in molti me compreso, la curiosità di verificare se altri Chip Tripath, magari di potenza superiore, producessero il medesimo buon suono.
Ma come reperirli?
Un paio di mesi dopo l'uscita dell'articolo di TNT-audio, fa la sua comparsa www.41hz.com, che propone Kit basati su Chip Tripath in 3 versioni diverse per potenza e costo. Eccoli nel dettaglio:

MODELS
CHIP
POWER
PRICE (euro)
AMP1/1B
TA2022
2x90W, 4 ohm, 2x60W, 8 ohm. (0,1% THD+N)
54/63
AMP2
TK2350
2x300W into 4 ohms (+/-45V) or 2x300W into 8 ohms (+/-60V)
89
AMP3
TA2021B
2x25W @ 4ohm. 10% THD+N, 2x14W @ 8ohm, 10.0% THD+N
25

I prezzi non elevati, la qualità dei Kit e la serietà di 41Hz. nella persona di Jan Fredriksson, hanno subito reso difficile non interessarsene. In più, fin dai primi giorni di attività, nel sito stesso è stato attivato un forum di discussione che potesse dare risposte sia sulle peculiarità dei Kit che sui vari aspetti del loro utilizzo. In breve tempo, grazie alle domande di molti e alle risposte di Jan e di altri (davvero tante), si è creato un indispensabile archivio di risorse, superiore per qualità al servizio tecnico Online di molti colossi in campo tecnologico (che producono prodotti per miliardi di dollari e che, conseguentemente, dovrebbero fornirne adeguata assistenza).
Per contro c'è il fatto di doverli assemblare da soli, oltre alla necessità di dotarli di uno stadio di alimentazione non compreso. 41Hz. ha comunque fornito linee guida, schemi elettrici e altre indicazioni utili per la costruzione di stadi di alimentazione adeguati ai Kit proposti.

Recentemente si sono aggiunti altri tre Kit, in parte ancora in preparazione, indicati come AMP4, AMP5 (foto a lato), AMP6, rispettivamente con Chip Tripath TK2050, TA2022 e TA2020.
Potenza a parte, si differenziano dai primi tre per l'impiego di componenti non SMD (quindi di dimensioni normali) e in parte per lo stadio di alimentazione incorporato sulla scheda.

Il primo Kit acquistato presso 41Hz. è stato l'AMP1B, diverso dalla versione "AMP1" per il circuito addizionale che annulla la componente continua presente all'uscita.
A parte questo fattore e quello delle dimensioni, AMP1 e AMP1B sono uguali.
Nei mesi successivi ho comprato altri Kit AMP1, AMP3 sia per amici sia per avere la possibilità di ascoltarne almeno una coppia per tipo. Questo per evitare che possibili difetti di assemblaggio venissero scambiati per "caratteristiche" del Kit, arrivando magari a sottostimare le prestazioni.



Assemblaggio dei Kit AMP1/1B, AMP3 e suggerimenti tecnici.

Questi Kit sono stati la mia prima esperienza con componenti SMD. Al momento del primo ordine avevo il sospetto che non sarebbero stati facili da saldare, ma allo stesso tempo mi confortava l'aver letto in un forum di un autocostruttore che affermava di esserci riuscito senza fare uso di lente d'ingrandimento. Quando ho ricevuto il primo Kit, ho effettivamente realizzato quanto piccolo fosse un componente SMD in contenitore 0805.
Un "cosino" con due poli, lungo 2 millimetri, largo 1,25 e spesso 0,5!
Nel Kit AMP1/1B, ce ne sono da saldare circa una sessantina.
A meno di chiamarsi Clark Kent.... SCONSIGLIO VIVAMENTE di cimentarsi in questo lavoro senza una lente di ingrandimento. Lo sforzo visivo richiesto, anche solo per mettere a fuoco le zone che dovranno essere saldate, impegna la vista più di quanto si può immaginare. Effettuare 120 saldature in queste condizioni, (solo per gli SMD da 0805) impone agli occhi di lavorare molto al di fuori delle "specifiche" imposte da Madre Natura.
Siete avvisati.
Con una lente, una buona illuminazione, punta e filo di stagno sottile, diventa tutto molto più facile. E' sempre simile ad una operazione chirurgica ma nel complesso è sufficiente prenderci la mano e lavorare con calma per arrivare a saldare l'ultimo componente senza troppe difficoltà.
Un'altro parametro di cui tenere conto è legato alla temperatura del saldatore e al conseguente stress che il componente deve sopportare nei 2-3 secondi in cui effettuate la saldatura. Per limitare questo, ho adottato il seguente metodo.
Identifico il componete che va saldato, supponiamo in 4 pezzi dello stesso valore. Sciolgo un po' di stagno (la minor quantità che riuscite a sciogliere) solo su uno dei due pad del circuito stampato che dovranno accogliere ciascun componente. A questo punto, preso da un lato con una pinzetta, deposito ciascun SMD nel posto assegnato mentre con il saldatore scaldo nuovamente la micro-goccia di stagno precedentemente applicata che a contatto con il componente ne bagna immediatamente il pin.
Non è ancora una saldatura efficace ma è sufficiente a tenere fermo il piccolo SMD nella posizione corretta. Faccio la stessa cosa per tutti gli altri pezzi dello stesso valore. Alla fine torno al primo componete applicato, saldando correttamente il pin non considerato in precedenza. Effettuo la stessa operazione su tutti gli altri e per finire ripeto l'operazione anche dal lato saldato parzialmente. Il motivo di agire "a rotazione" e non saldando entrambi i pin nello stesso momento è di limitare lo stress termico.
Per quanto riguarda la saldatura del TA2021B, vi suggerisco di procedere in questo modo.(vedi foto)
Posizionate il Chip sul circuito stampato (trattenuto in una morsa) verificando che ciascun pin sia effettivamente al di sopra e centrato al pad corrispondente. Poi con uno spezzone di rame solido posto a cavallo dei fori di fissaggio del PCB, bloccate temporaneamente il Chip nella giusta posizione. Controllare anche il corretto orientamento del TA2021B rispetto alla scheda. Sarebbe un disastro arrivare faticosamente a saldare tutti i pin, per poi accorgersi che il Chip è al contrario!. Ora che tutto è pronto, con la punta più sottile che avete (da 0,4-0,6 fino ad un massimo di 1 mm di diametro..) passate a saldare pin per pin, senza preoccuparvi troppo di eventuali sbordature ma facendo attenzione ad evitare surriscaldamenti. Nel dubbio, fate molte pause.
Quando tutti i pin sono stati saldati, procedete a togliere eventuali sbordature di stagno servendovi della treccia dissaldante (foto a destra). Se avete effettuato saldature corrette, la piccola quantità di flussante presente nel filo avrà eliminato possibili contaminazioni di grasso e l'esigua quantità di stagno sciolta tra i pin e i rispettivi pad sarà sufficiente a garantire la continuità elettrica.
Vi ricordo ancora una volta che per questo lavoro è indispensabile una lente di ingrandimento, buona illuminazione, utensili e filo sottili. Se non avete esperienza, una buona manualità e l'atrezzatura necessaria, lasciate perdere.

Dopo aver saldato correttamente il TA2021B, i componenti SMD vi sembreranno grossi e ingombranti!...:-).
Per fortuna il TA2022 dell'AMP1/1B ha pin molto più grossi e facili da saldare di quelli del TA2021B.

Ogni Kit 41Hz. è accompagnato da una guida in PDF molto dettagliata (solo in Inglese) che vi guiderà nell'assemblaggio e nella scelta del guadagno dell'amplificatore in funzione delle vostre esigenze e dell'uso che intendete farne. Alcuni componenti sono infatti forniti in più valori. Starà a voi decidere il valore corretto in funzione del guadagno scelto. Per tutti i motivi sopra esposti, vi raccomando di leggerla attentamente.
La stessa guida vi spiegherà anche come avvolgere le induttanze toroidali nel modo migliore e alla fine dell'assemblaggio, come effettuare i test di verifica o eventuali tarature (AMP1).
Esiste anche un forum creato da Marzio Malizia, specificamente dedicato ai Chip della Tripath e indirettamente, ai Kit 41Hz.


Alimentazione e connessioni.

Terminato il lavoro sul Kit, potrete passare ad effettuare i vari collegamenti con lo stadio di alimentazione, gli ingressi e le uscite. Come linea guida di massima, considerate che un Trasformatore da 60-80VA ed uno stadio regolato è adeguato per l'AMP3, mentre per l'AMP1/1B ne servirà uno di potenza superiore, scelto in funzione della tensione fornita all'amplificatore e del carico nominale applicato. Non superate le specifiche indicate. Per l'AMP1/1B ad esempio, se intendete applicare carichi da 4 ohm non superate i 31-32Volt.
(nella foto a sinistra, "bread-board" n°2 dell'AMP1B, completa di alimentazione dedicata).

Se per la piccola TA2021B può funzionare con uno stadio di alimentazione regolato, per il più potente TA2022 è più indicato un "non stabilizzato". E' infatti opinione di molti che quest'ultimo fornisca un'alimentazione più veloce e meno controllata a tutto vantaggio della dinamica, specialmente in condizioni di carichi difficili o esecuzioni particolarmente complesse con rapide variazioni di picco. (nella foto a sinistra, la bread-board dell'AMP3)
Sul sito di 41Hz. nella sezione "AMP1 power supplies" è presente una tabella che rende più facile scegliere il trasformatore giusto in funzione delle condizioni di lavoro. Nel mio caso, ne serviva uno che avesse un doppio secondario da 22V (valore abbastanza fuori standard) e una potenza di almeno 300VA.
Vi ricordo che la tensione in uscita una volta raddrizzata aumenta di circa 1,414 volte (22V x 1,414 = 31,1 Volt).

Alla fine, il trasformatore adatto è stato realizzato dalla LSP di Teramo, che si è resa disponibile a prepararne alcuni pezzi come da richiesta.
Il risultato è un Trasformatore Toroidale da 2x22V-350VA con schermo antinduttivo, stratificazione accurata e Nucleo in "M0" (M zero), il migliore che potevano preparare senza fare uso di avvolgimenti in platino e nucleo di Kriptonite.
(nella foto a destra, il Toroidale da 350VA della LSP)

l'AMP1B necessita di una doppia alimentazione. Il TA2022 richiede sia una tensione duale (di potenza) tra i +/-15V e i +/- 36V, che una singola tensione stabilizzata "di servizio", a +5V per un consumo di circa 50 mA. Per i particolari sull'alimentazione dell'AMP1/1B, vi rimando all'articolo apposito.

Per l'AMP3 con il TA2021B ho utilizzato un semplice stadio di alimentazione regolato disegnato da Daniele Davino e basato sul regolatore LM338.
Lo schema originale lo trovate quì. Se può aiutarvi ne ho disegnata una versione "layout" per rendere più facile la realizzazione (foto a sinistra). Questo stesso circuito, vestito di un compatto cabinet in alluminio è diventato l'alimentatore del mio T-Amp (foto sotto, a destra).
Ricordate che la tensione massima consigliata per il TA2024 (T-Amp) è di 13,6 Volt. mentre quella per l'AMP3 (TA2021B) è di 14,6 Volt.

Prima di mettere sotto tensione il vostro amplificatore vi suggerisco di verificare con il multimetro che il voltaggio sia effettivamente quello che vi aspettate e che la polarità sia corretta. Sovratensioni e inversioni di polarità sono infatti le principali cause di morte di numerosi T-Amp.

Riguardo alle connessioni di ingresso/uscita, cercate per quanto è possibile di tenerle separate dallo stadio di alimentazione e tenete tutti i percorsi più corti possibile. Nell'esempio mostrato sotto ho realizzato un piccolo amplificatore integrato con il TA2021B. Un commutatore della Palazzo (4 vie, 6 posizioni) è stato usato per la selezione degli ingressi (masse comprese), mentre il controllo di volume è un classico Alps Blu al carbone da 2x50Kohm log.



Impressioni di ascolto.

Il T-Amp ha riscosso così tanta attenzione non a caso. Nonostante le tante recensioni più simili a "Sante Inquisizioni" che a prove serie del prodotto è ormai noto che se impiegato correttamente - quindi con cavi di qualità, alimentazione seria e diffusori con sensibilità di almeno 90-92 db. - è possibile ottenere risultati notevoli, con una gamma medio-alta naturale e un palcoscenico sorprendentemente ampio.
L'AMP3 di 41Hz. mostra un dettaglio ancora maggiore (che non è necessariamente un indice di maggior qualità), velocità e una certa riserva di potenza in più, specie se il guadagno in fase di assemblaggio è stato settato correttamente. Con lunghe sessioni di ascolto, nel complesso il T-Amp risulta forse più gentile, più morbido e pulito, anche se la configurazione da me provata (AMP3 + Marantz CD6000 + Fostex FE127E) sembrava essere in particolare sintonia, con una sensazione di spazio tra gli strumenti, una accurata "messa a fuoco" degli stessi ed una silenziosità degna di nota. In un pezzo dove il canto è quasi un sussurro, con il volume quasi al massimo non vi era traccia di alcun "sssss" o rumori di fondo. Sfortunatamente uno dei dei due Kit AMP3 mostrava una maggiore rumorosità, "click" e "pop" che non dovrebbero esserci. E' possibile che il problema sia in difetti di saldatura. Lo verificherò appena possibile.

Per l'AMP1B il discorso si fa un po' più complesso. La maggior potenza mi ha permesso di provarlo con più diffusori, ottenendo un suono liquido e pulito, forse non ampio quanto il T-Amp, ma più profondo, con una gamma bassa di grande effetto.
Di recente l'ho confrontato al gainclone in versione classica (foto a destra) con LM3875TF della National e un controllo di volume a step, realizzato con un commutatore a 24 posizioni, 2 settori della Palazzo, con una serie di resistenze SMD direttamente saldate tra i pin del commutatore, per una attenuazione totale di 25 Kohm.

Il gainclone fa davvero un buon lavoro, con un suono molto buono, ben scandito, veloce e sostanzialmente privo di asprezze. Al suo confronto però, l'AMP1B sembra essere più fluido, morbido e musicale. Più piacevole in particolare su ascolti prolungati. Per contro, sembra meno potente e nei casi di incisioni basse è possibile ascoltare con il volume al massimo senza per questo raggiungere una potenza sufficiente. In breve, non suona tanto forte quanto è capace di fare il gainclone.
Per capirne i motivi e per verificare quale sia la potenza effettivamente erogata dal TA2022, ho intenzione di effettuare delle misurazioni con toni sinusoidali e resistenze di potenza messe al posto del carico (degli altoparlanti). IL CD per il test è già pronto. Appena ritrovo le resistenze mi organizzo per farlo ( le ho smarrite, in casa...:-).


Tweaking.

I risultati ottenuti con l'AMP1B, hanno incoraggiato ulteriore prove.
La prima, ancora oggetto di analisi è stata di ascoltare diversi tipi di condensatori di ingresso oltre a quello fornito di serie nel Kit, (nella foto a destra di colore arancio) per capire se è possibile ottenere dei miglioramenti nel suono.
Per poter selezionare il condensatore in esame attraverso una commutazione più veloce di quella fornita dal saldatore, ho utilizzato un commutatore a 2 vie due stadi, sei posizioni della Palazzo. Montati a coppie opposte ciascuna delle sei posizioni alloggia condensatori identici per entrambi i canali, permettendo la scelta del condensatore in ingresso.
Un'accorgimento utile a evitare scintille o pericolosi picchi è di agire sul "MUTE" prima di ogni commutazione.
(Quindi... abilitare il "MUTE", commutare su un diverso condensatore, disabilitare il "MUTE").
Sommato al tempo di ripristino del Relais dell'AMP1B, abbiamo un totale di circa 5-6 secondi di silenzio tra l'ascolto di un condensatore e un'altro.
Nella tabella sottostante, il gruppo attualmente in prova:
(Tutti i condensatori sono da 3,3 µF)

Switch
Position
Type
Model
ESR (ohm) @ 100KHz.
Distrelec ref.
Datasheet
1
Electrolytic
Default 41Hz. input capacitors (AMP1B - C35, C36)
nc
-
/
2
Tantalum
AVX TAP (Dipped Radial Capacitors) 35V
4
-
3
Electrolytic
Sanyo OS-CON - SC series, 25V
0,2
-
4
Tantalum
NIC Corp. NTC-T, SMD Tantalum chip, 50V
1,4
-
5
Polypropilene
Wima MKS2, Polyester Film, 63V
nc
-
6
Polypropilene
ICEL standard Polypropilene, 100V
nc
-
/

Vorrei fosse chiaro. Già capire se esiste una diversità tra un tipo e l'altro non è impresa facile. Le differenze sono estremamente sottili e per metterle in evidenza ho ascoltato delle brevi selezioni (10-20 secondi) di brani scelti appositamente. Durante la prima sessione di ascolto ero abbastanza convinto che a differenza degli altri, il n° 4 rendesse il suono più trasparente in gamma alta e fosse in generale il più interessante tra quelli ascoltati. Prove successive mi hanno però dato impressioni alterne, concentrando infine la mia attenzione sull'anonimo Icel (n° 6) in Polypropilene e sul NIC in formato SMD (n° 4). Il primo per equilibrio su tutta la gamma, il secondo per la particolare trasparenza dei medio-acuti. Il Wima è abbastanza anonimo, quasi opaco. I due elettrolitici non sono male, in particolare per la gamma bassa più presente, più "giusta". Forse il Sanyo OS-CON mi piace di più.
E' probabile che condensatori di classe ben più elevata di quelli provati possano dare risultati più evidenti.



Conclusioni.

I Kit di 41Hz. mi sono piaciuti.
L'AMP3 con il TA2021B è un piccolo gioiellino, considerato il suono che riesce a produrre a dispetto delle contenutissime dimensioni. Necessita di uno stadio di alimentazione relativamente semplice e di un trasformatore da 60-80 VA, che ha ancora dimensioni contenute. Questo significa che si possono realizzare amplificatori integrati molto compatti, adatti alla sonorizzazione di ambienti medio-piccoli, con potenza sufficiente a far suonare "forte" diffusori di 87-90 Db. Se avete diffusori ancora più sensibili, avrete potenza sufficiente da indurre i vicini a suonare alla vostra porta.
Rispetto al T-Amp, L'AMP3 ha solo 3 Watt di potenza in più. A THD+N=0.1% su 8 ohm, l'output continuo è di 6W/canale per il TA2024 e di 9W/canale per il TA2021B, ma si sentono tutti.

L'AMP1/1B, anche se ancora in veste "bread-board"
è diventato l'amplificatore che uso quotidianamente.
Trovo che la caratteristica principale del TA2022 sia un suono liquido e spazio tra gli strumenti. Questi aspetti lo rendono molto riposante da ascoltare anche dopo ore, senza che per questo sembri "leggero" o poco dettagliato. E' infatti sufficiente alzare il volume o scegliere brani particolarmente ritmati e veloci, per scoprire un carattere solido e un'apparente facilità a riprodurre senza incertezze esecuzioni con rapide escursioni dinamiche.
Dal punto di vista costruttivo ha quasi il doppio dei componenti dell'AMP3, ma complessivamente è più facile da assemblare per via del diverso chip impiegato (TA2022) che ha pin più grossi e spaziati del TA2021B. Richiede però un'alimentazione più complessa e potente, meno facile da improvvisare (ad esempio, su di una basetta millefori), un Trasformatore da almeno 225-300VA e un dissipatore appena più grande.

Vi ricordo che i
l costo del Kit è solo una parte di quanto è necessario spendere per arrivare ad un oggetto finito, versatile almeno quanto uno commerciale. Vanno considerate anche eventuali spese per le attrezzature, per i connettori di ingresso/uscita, per lo stadio di alimentazione, il cabinet, il trasformatore e non ultimo il tempo dedicato. L'autocostruzione non è la strada per l'alta qualità a basso prezzo, piuttosto la possibilità di poter realizzare con le proprie mani un "oggetto" che possa darvi soddisfazioni ogni giorno. O in qualche caso, il miglior amplificatore che potete permettervi.



- Marco Saccani, novembre 2005 - www.moxied.com


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